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Godel, che di linguaggio in linguaggio, di metalinguaggio in metalinguaggio è arrivato a dimostrare il buco esistente in qualcosa che A mio avviso a questo punto ben difficilmente la discussione potrà essere contenuta entro i relativamente angusti limiti del tema «Come scrivere bene programmi per computer». Piuttosto, avrà a mio avviso più d'una ragione per aspirare ad essere introdotta nel salotto buono della filosofia, presentata dall'inappuntabile e imperturbabile maggiordomo (il maggiordomo del salotto buono della filosofia non può non essere inappuntabile e imperturbabile; come l'impareggiabile Henry dei Black Widows) come «La Tecnica delle applicazione pratica delle idee», oppure «Gli esperimenti sulla relazione tra il Mondo delle Idee e la Realtà». Il nostro discorso, infatti, pertiene almeno per una buona metà a quella branca della filosofia che tratta l'analisi, l'interpretazione e la classificazione delle interazioni tra teoria e realtà, che i filosofi e le persone serie chiamano a volte con il nome di Epistemologia (termine che suscita sempre un certo timore in chi lo ascolta senza appartenere alle suddette categorie), altre volte con il più ***********, La programmazione è una scienza che sta a metà fra cielo e terra. Tuttavia appare subito chiaro che la teoria della programmazione non funziona come le altre teorie la cosa funziona in modo un po' diverso dal solito, nel senso che di solito l'epistemologia si occupa della correttezza formale di sistemi di conoscenza, della validità teorica, e quindi tutto sommato poco reale, poco dimostrabile se non da un punto di vista filosofico, Mentre nel nostro caso noi si siamo interessati alla determinazione di alcuni presupposti formali su cui innestare proposizioni, riflessioni, deduzioni o sussunzioni, ma siamo non meno interessati alla loro applicazione pratica, alla loro verifica sperimentale. E qualcosa del genere non si era mai visto prima d'ora. Platone si, aveva detto qualcosa sulle idee, anzi sulle Idee; ma l'aveva fatto considerandole al tempo stesso assiomatiche e inaccessibili. Ora noi abbiamo dei motori, delle macchine in cui possiamo introdurre delle Idee, anzi delle idee, e metterle alla prova, farle girare davvero, vedere come funzionano. che ben poche erano le mentre adesso con queste idee possiamo giocarci, metterle alla prova. Un po' la stessa differenza che potrebbe esserci tra il concepire il concetto di Atomo, per via filosofica assiomaticamente (anche se intelligentemente) posto alla base della costruzione della realtà da un Filosofo, e poter giocare con un SincroProtoCiclotrone da 12 MegaWatt.
come è chiaro che ogni discussione seria sullo studio filosofico delle interazioni tra teoria e realtà, che i filosofi e le persone serie chiamano a volte con il nome di Epistemologia (termine che suscita sempre un certo timore in chi lo ascolta senza appartenere alle succitate categorie), altre volte con il più ***********, Come i Greci, che vivevano in un mondo che andava strutturandosi intorno a regole intrinsecamente razionaliste (le stesse idee che, fuse con il Cristianesimo, porteranno alla generazione della società occidentale), e che si mantenevano aperto uno spazio di discussione artistica scrivendo e ascoltando e vivendo quelle splendide costruzioni dello spirito che sono le Tragedie, in cui si prendevano la libertà di dubitare dell'Ordine degli Dei (oppure, per altro verso e su una scala in certo senso minore, le Commedie, in cui si prendevano la libertà di ridere dell' Ordine degli Dei), così consentendo libera espressione alla polarità negativa dell'anima umana, così anche noi, è probabilmente utile che lavoriamo e senza mai dimenticare, guardando a ciò che facciamo, di esplodere ogni tanto in una risata apotropaica, che allontani (naturalmente grazie anche all'azione fisica delle correnti d'aria ingenerate dalla risata stessa) gli effetti micidiali del battito d'ala della nostra farfalla , che di certo avranno effetto arriveranno sino all'Australia dove la Farfalla inconsapevole si sta preparando al micidiale battito d'ala) Ma se così vuole la realtà, ebbene, che sia! costruivano positivamente e, trovavano un opportuno spazio di discussione e di im nella Tragedia (Nietsche, ) implicita (ma neanche tanto) negazione della validità imperitura ed
universale dei principi positivistici al principio del diritto negativo, in linea di principio non pià giusto del diritto positivo, ma senz'altro più prudente
si contrappone al Principio cui si rifanno
Riprendendo il discorso dal più prosaico punto di vista del programmatore medio, che si preoccupa senz'altro più della perenne instabilità di Windows (con o senza farfalle in circolazione) che non dei problemi filosofici che affliggono le menti illuminate dei grandi uomini, penso che il problema possa essere affrontato - realisticamente e statisticamente - alla luce dei seguenti punti. Il cliente è sempre un positivista convinto. La principale difficoltà da affrontare nel lavoro è: come convincere il cliente
Normalmente Per altri illuminanti riferimenti sulla teoria e l'appli stupidità, vedi ************* di Cipolla.
Perchè, se la programmazione è effettivamente, come è, una scienza esatta, la creazione di ogni programma è molto più simile ad una operazione artigianale che ad una esecuzione scientifica? I punti in discussione sono senz'altro tre, a mio avviso:
A mio avviso il fatto che, mentre si può ben definire la programmazione una scienza esatta, come la matematica, la sua applicazione concreta cade quasi sempre è indubitabile che la creazione di ogni programma è una operazione artigianale. Tanta certezza v'è nell'una, quanta incertezza nell'altra. Ogni programma è effettivamente un sistema complesso costituito dalle specifiche del problema da risolvere, la definizione della soluzione entro i termini forniti da un linguaggio di programmazione Matematica senza aritmetica Scopo di queste mie libere riflessioni, in effetti, è mettere in luce gli effetti deleteri della sopravvalutazione della componente positivista nella maggioranza delle persone che hanno a che fare con l'informatica. Tanto minore è la competenza specifica, tanto maggiore è l'ignoranza Proponendo un parallelo effettivamente impegnativo, che tira in ballo
Non posso nascondere oltre la paura che mi incutono i
positivisti.
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