Albulapass

lunedì 11 agosto
Scesi da Davòs fin quasi a Tiefencastel, a Filisur (~1000) abbiamo imboccato la lunga valle che porta all'Albulapass (2315). Valle lunga e bellissima, formata dall'impetuoso torrente Albula e che verso la metà si distende nel paese di Bergün, ben costruito e ricco di fontane.

  

La chiesetta di Schmitten
bellissimo, anche se nella foto non si vede, il piccolo cimitero adorno di splendide
composizioni floreali e di stupende croci in ferro battuto - tutte simili, tutte diverse

  

Lele e Ferruccio a Filisur, verso l'Albulapass

L' impetuoso torrente che scorre in una profonda gola

    

Bergün

Nonostante il sole, caldissimo, che ha moltiplicato lo sforzo necessario per raggiungere il passo, e grazie senz'altro anche alla mancanza del lungo percorso di avvicinamento, il percorso - pur ciclisticamente impegnativo - mi ha provato decisamente meno del giorno precedente. Anche in questa circostanza, tuttavia, non ho potuto fare altro che segnare un netto ritardo rispetto ai miei due compagni di viaggio, che hanno dovuto aspettarmi al rifugio in compagnia della solita, meritata birra.

Bellissimo il tipico trenino rosso delle ferrovie svizzere che faceva spesso capolino da gallerie e viadotti che mai ci si sarebbe aspettato di vedere in una valle così selvaggiamente bella e che comunque si inserivano nel panorama con intelligenza e discrezione.
Moralmente assai fastidiosi, invece, i numerosi biciclettari che, portati a monte probabilmente da un servizio bus, scendevano a sciami verso Bergün su improbabili biciclette dotate di una sella così insolitamente bassa da sembrare inesistente.

Appena sotto il passo si è fatto sentire il vento fresco che avevamo già conosciuto la sera prima sulla cima del Flüelapass; con la differenza che mentre sul Flüelapass era alleato della salita nel contrastare la nostra conquista del passo, in questo caso, soffiandoci alle spalle, ci era doppiamente amico perchè, mentre riduceva il nostro sforzo, gradevolmente raddolciva l'implacabile ardore del sole.

          

Il lago sotto l'Albulapass

Doverosa foto di gruppo

Dopo la lunga e sempre gradevole discesa fino a S. Moritz (1822), e con in mente il fresco ricordo della bellissima Davòs, siamo rimasti quasi delusi dall'aspetto metropolitano della cittadina e dall'urbanizzazione spinta di un luogo idealmente molto bello (i laghi, come quelli di Davòs, sono bellissimi!).

A Davòs, e ancor più a S.Moritz, moltissimi e caratteristici erano gli ebrei vestiti con i tradizionali abiti neri, le lunghe barbe, le basette a grappolo o, più semplicemente, lo zucchetto.

Dopo una rapida cena in un locale dotato della contrastante prerogativa di essere al tempo stesso molto costoso (per noi) e molto economico (per S.Moritz), Lele e Ferruccio, da sempre giocatori di hokey di ottimo livello, hanno voluto passare per il palaghiaccio dove era per l'appunto in corso l'allenamento della locale squadra di hokey. Una birra, alcune valutazioni sociologiche sulle modificazioni della famiglia moderna, qualche inevitabile parola di politica e poi a nanna in una stanza che, sita sostanzialmente in uno scantinato, mille volte ci ha fatto rimpiangere la 'nostra' bellissima casetta di Davòs.
[88 km, ~1500 mt]

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aggiornato il 23/01/2010

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