9 - Semplici disequazioni

Roberto Signori

9 - Semplici disequazioni

June, 25           Dallas, Texas.

Abitazione del dott. Allen ore 7:35 a.m.

 

La sveglia aveva appena sancito il suo ultimatum, non ammetteva più deroghe: quella era l'ora prestabilita. Il dott. Allen aprì gli occhi ma fu subito costretto a richiuderli. La luce che entrava dalle finestre ed inondava la camera, l'aveva riportato troppo bruscamente alla realtà. Si era ricordato, o meglio la forte emicrania gli aveva ricordato della sbronza della sera precedente, di poche ore prima. Lo stomaco urlava ancora vendetta, come aveva fatto per i tre quarti di quella che per Benjamin Allen era stata la notte. Chiamò a raccolta tutte le sue forze, si costrinse ad ignorare dolori e nausea e si rizzò in piedi. Non riusciva a focalizzare l'attenzione su di un punto fisso, su di un qualsiasi particolare della sua camera; era come essere all'interno del cestello della lavatrice durante la centrifuga. I muri in un turbinante girotondo, si prendevano gioco di lui, e lui non poteva fare nulla. Si accasciò di nuovo sul letto, confidando di trovarlo nel medesimo posto in cui l'aveva lasciato pochi secondi prima. Sapeva che tutta quella confusione era solo il risultato dei dodici Bloody Mary della sera prima. Decise di rilassarsi per qualche istante e pensare al da farsi. Avrebbe potuto tran­quillamente tralasciare di andare al lavoro, non era una giornata particolarmente im­portante, ma quella in questo mese sarebbe stata la settima volta che mancava e qual­cuno potrebbe aver avuto qualcosa da ridi­re. Fu allora che gli venne la brillante idea. Chiamò suo fratello gemello, nulla facente senza fisso lavoro e gli spiegò la situazione. Tralasciò solo la causa del suo malessere, indicano come dissenteria acuta il motivo della sua forzata permanenza a letto. Gli diede i suoi vestiti, e il pass della Downell inc. raccomandandogli di parlare il meno possibile e solo se fosse stato direttamente interessato. Richard Allen intascò il biglietto da venti dollari che pendeva inerme dalle mani del fratello, e si congedò. Prese Il bus alla fermata 27 e scese dopo circa quindici minuti al piazzale antistante la Downel. Varcò l'ingresso con disinvoltura e si recò a quello che Benjamin gli aveva descritto come il suo ufficio.

- Acc... è proprio un bell'ambientino que­sto. Dovrei venirci più spesso, magari con gli amici - pensò Richard.

La mattinata trascorse senza particolari degni di nota come buona parte del pomeriggio, ma poi alla sedici e trenta, l'altoparlante annunciò il seguente comunicato: i professori Allen, Fisher e Morgan, sono convocati nell'ufficio del dottor Feldman, ripeto i professori....

 

 

June,25            Dallas,Texas.    4:45 pm

 

- Prego signori entrate, accomodatevi - disse cordialmente il dott. Feldman mentre mostrava ai commensali i loro posti.

- Come è gentile. Gatta ci cova -

- Nessuno di voi immagina il motivo di questa convocazione, anche se è facilmente intuibile l'argomento che tratteremo.-

- Immagino. Dovrai ancora pagare le ul­time tre mensilità e adesso cercherai di trovare un scusa per saltarne una quarta.-

- Come ben sapete tra 72 ore esatte inizierà l'Esperimento, mancano solamente pochi preliminari e poi scriveremo un nuovo capi­tolo nella storia.-

- Ci siamo. Ti sei fatto anche 'stamattina. Adesso capisco perché Benjamin si è dato malato -

- Signori, voi siete i maggiori scienziati che hanno partecipato al progetto Downell, avete lavorato congiuntamente per diciotto mesi per ottenere quello che tutti abbiamo definito come il più grande traguardo rag­giunto dall' uomo dalla notte dei tempi.-

- E vai col ruffianare. Se inizi così forse riesci a saltare gli stipendi ancora per due o tre mesi. -

Permettetemi di ricordavi, sebbene non sia necessario che tra tre giorni per la prima volta nella storia una massa verrà traspor­tata nel tempo, subirà una proiezione tem­porale di due giorni nel futuro.-

- Cazz.. Ma cosa hai preso? Un mix proxac - cocaina? -

- Insieme abbiamo affrontato e superato difficoltà di ogni genere, siamo partiti da semplici equazioni e le abbiamo materializ­zate in realtà fisiche.

Si, lo so tutto questo è retorica, ma mi permette di raggiungere con più chiarezza il nocciolo del dilemma, perché signori vi è un dilemma di fondo che va sviscerato.

Ebbene sono quattro giorni che continuo a pormi una domanda, una banale questione la cui soluzione mi è oscura.-

- Due più due? Come mi chiamo? -

- Voi tutti sapete perché lo avete appreso dai libri di scuola che l'umanità si è svilup­pata per stadi, un cammino in salita che inizia migliaia di anni fa che arriva fino ad oggi.

Ci sono voluti dai tremila ai seimila anni perché l'uomo imparasse a camminare in modo più o meno eretto; altri diecimila per inventare un abbozzo di linguaggio artico­lato, altri seimila, per scoprire il fuoco.-

- Quella bomba è formidabile! Senti come parla...Mai raggiunte queste vette neppure quando Jhonston prendeva il cappuccino con LSD al posto dello zucchero.-

- E così via pian piano saliamo nella storia scopriamo le prime civiltà evolute, gli in­sediamenti, gli eserciti, le guerre, fino ad oggi; possiamo dire di avere un bagaglio culturale di migliaia di anni.

Cosa c'è di strano? Nulla, assolutamente nulla, e proprio qui sta il problema.

Signori, al di là del fatto che l'Esperimento abbia successo o meno, vi siete mai chiesti la regione per cui dal futuro più o meno remoto che sia, non sia mai giunto nes­suno?-

- Perché a nessuno interessa incontrare coglioni come te, a meno che non gli fai provare una specialità chimica delle tue, vedi come arrivano a frotte. -

- Attenzione, non mi riferisco alle vostre esperienze personali, voglio estendere il di­scorso per tutte le migliaia di anni di vita dell'uomo, per tutto quel periodo di tempo che l'uomo ha già vissuto e di cui abbiamo scritti, documenti, testi. In tutta la storia dall'umanità non si fa mai cenno a qualcuno o qualcosa che sia anche lontanamente pro­venuto dal futuro.-

- Falso! Non hai mai sentito Jhonston, dopo una serata al Barney's? E' tutto una raffica di cenni in tutti i tempi possibili: dal futuro prossimo al passato più oscuro passando per l'indicativo. Questo succede a sniffarsi mezza produzione della Co­lombia.-

- Naturalmente anche per il futuro vale un discorso analogo: per futuro si intende ogni istante a partire da adesso fino alla fine dell' Umanità anni decenni o millenni che siano, l'intero futuro che attende l'uomo. Può sembrare un argomento futile ma vi prego di concentrare la vostra attenzione per tro­varne una risposta, una risposta che confuti la mia se è possibile.

Perché vedete signori io una soluzione l'ho trovata, e per quanto possa essere pazza, non riesco a screditarla.

Si, signor Fisher, la teoria flussotemporale sostiene...-

- Cazz.. dici? Fisher? Ma se non ha aperto bocca. Impressionante, deve aver stabilito un contatto telepatico, forse telepsicopati­co è più corretto. Fortissima questa roba che si è preso, magari me ne faccio dare un po per Jhonston.-

-...che è enormemente più difficile proce­dere in senso inverso alla corrente tempo­rale piuttosto che seguirne la scia. Ciono­nostante non è impossibile è solo più di­spendioso energeticamente, e dipende in modo diretto con la massa inviata nel tempo. E pura accademia il fatto che per inviare un corpo nel tempo è necessaria prima una scissione delle sue molecole in tachioni, per permetterne il movimento at­traverso il quantum temporale, e poi una fusione degli stessi una volta fuori, ricosti­tuendo la forma primitiva della materia.

- Come lei mi ricorda dott. Fisher...-

- A ridagli. Fisher non ha parlato! Co­mincio a pensare che possegga doti para­psicologiche. O forse dovrei prendere anch'io un po' di roba, così una volta per tutte mi appariranno 'sti cazzo di tachioni e vedrò che muso c'hanno.-

- ...il quantum non è del tutto isolato dal flusso temporale in cui siamo immersi, ma ne rimane per così dire influenzato, in modo che anch'esso segua il verso dello scorrere del tempo: da passato a futuro.

- Ecco cosa hai preso: il quantum! -

- Risulta quindi più "difficile" ripercorrere controcorrente il quantum rispetto al la­sciarsi trasportare dallo stesso e quindi più difficile andare verso il passato piuttosto che verso il futuro.

- E vai, lasciati trasportare dalle correnti arteriosclerotiche.

Anche se oggi non è possibile inviare grandi masse indietro nel tempo lo sarà tra qualche anno.

Ma noi non abbiamo nessun esempio nep­pure di piccole masse trasportate nel tempo per le quali l'energia di fissione e di fusione sono relativamente modeste. Pertanto non posso accettare la sua affermazione dott. Fisher.-

- Nondimeno, noto con piacere che nessu­no di voi prenda in considerazione l'ipotesi che il viaggio temporale sia pura fantasia, perché voi tutti avete lavorato ad un pro­getto che lo rende possibile praticamente, o meglio che lo renderà possibile tra meno di 71 ore.

Quanto a lei, dott. Allen...-

- Ma io non ho detto niente! Impressionan­te ti fai di quantum e puoi dimostrare quello che vuoi, sentire quello che vuoi, grande! -

-...non mi sembra possibile, come suggeri­sce che l'uomo possa aver compiuto dei so­pralluoghi nel passato senza lasciare un se­gno, un monito della sua presenza, per non alterare la struttura delle "cose come sono" se così possiamo chiamarle.

La spiegazione non me la fornisce certo il mondo scientifico, ma nasce da una pura constatazione psicologica. Le è mai capita­to che qualcuno le abbia confidato un se­greto?-

- Come quando tu hai confidato a Benja­min di esserti fatto la moglie di Bobbins.-

- Certamente, a tutti è successo; e non ha mai notato come la tentazione di rivelarlo sia tanto più forte quanto maggiore è la se­gretezza di ciò che le hanno rivelato?-

- Lo dicesti anche a Dole, a Smith, a Ross, a Russel, al fattorino Tim, e anche alla Wbrl di Austin, 102 MHz 24 ore su 24.-

- Sicuramente; ecco vede, è insito nello spirito umano il bisogno di comunicare, la necessità di fare partecipi le persone che ci circondano delle nostre avventure, di noi stessi, e tutti anche se in misura diversa, ne siamo soggetti.-

- Lo dicesti anche a Bobbins.-

- E a questo bisogno non si sfugge, mio ca­ro dott. Allen, né sfuggirà l'uomo del futuro proprio perché uomo. Non mi sembra quindi possibile che nessuno dei suoi ipote­tici viaggiatori del tempo abbia lasciato la benché minima traccia della sua presenza nel passato, abbia resistito alla tentazione di far sapere, di modificare qualcosa. Non mi pare umano, oserei dire.

A questo punto, vi vedo pensierosi, o me­glio disorientati; vogliate scusare l'interru­zione ma vorrei porvi la mia soluzione del dilemma nella speranza di scovarvi un erro­re di fondo:

la ragione per cui non ci è pervenuto nulla dal futuro sta nel fatto che l'Umanità si estinguerà prima che il viaggio nel tempo sia possibile. -

 

 

L'enorme edificio di sei piani troneggiava accanto alla sede della Downell Incorpora­ted; un grande sforzo a livello fisico ed economico era stato fatto per arrivare fin lì, ma ora era giunto il momento.

Vi erano stati parecchi problemi da affron­tare, primo tra tutti l'enorme quantitativo di energia richiesto per fissere prima e fondere poi i 1012 chilogrammi del modulo che avrebbe affrontato il viaggio. In realtà il modulo non avrebbe compiuto un metro, si sarebbe mosso solo un gruppo di tachioni che non aveva più nessuna sembianza del modulo nel quantum temporale.

La Downell Incorporated aveva comunque superato l'ostacolo costruendo una centrale a fusione capace di sopperire al doppio del fabbisogno energetico richiesto durante la fissione.

Si era avvalsa dai migliori talenti a livello mondiale, e vi era riuscita.

Il secondo problema era rappresentato dall'inerzia; analogamente al muoversi nello spazio lo sforzo energetico richiesto per avviare il movimento dei tachioni nel quantum temporale era tre volte maggiore a quello necessario per mantenerli in moto.

Ma anche a questo la Downell Incorpora­ted aveva pensato; l'edificio di sei piani rac­chiudeva infatti un enorme complesso di condensatori che avrebbero fornito l'ener­gia richiesta nell'istante iniziale.

La centrale stava rifornendo di energia i condensatori da tre mesi, ed erano arrivati al 97,85% della carica totale: quanto basta­va per avviare il processo.

La massa di quarantadue chilogrammi di iridio (altamente stabile e poco reattivo) era già stata alloggiata nel modulo, pronta per il viaggio.

Vi era ancora qualche punto oscuro nel progetto: il principio di indeterminazione impediva il calcolo esatto di tutte la varia­bili, ma comunque le probabilità a favore erano l' 87%.

Tommy Downell fremeva di impazienza se­duto nella comoda poltrona del suo ufficio al quarto piano della sede centrale.

 

 

- Vi prego signori, un attimo di silenzio! -

Feldman non si era aspettato una reazione così impulsiva; più che preoccupati sem­bravano scettici, quasi divertiti.

- Chi fiata? Ci sarà qualche barattolo di anfetamine che rotola nella tua scatola cranica.-

- Posso comprendere il vostro sbigotti­mento, ma vi prego abbiate un attimo di pazienza e vi spiegherò. Sono giorni come vi ho già detto che rifletto su questo punto, e quindi vorrei porvi le mie conclusioni. Vi sono misteri nell' universo conosciuto che trascendono le nostre discipline di indagine. Il viaggio nel tempo era uno di questi fino a pochi anni fa, l'entropia lo è a tutt'oggi.

Mi spiegherò meglio: lo stato naturale delle cose si evolve con un costante aumento dello stato di entropia, ovvero la materia con il passare del tempo è soggetta ad una mutazione, irreversibile, che porta infine alla disgregazione della materia stessa.-

- Il tuo cervello ne è un esempio lampan­te.-

- Questo fenomeno è a tutti noto con il nome di invecchiamento, e coinvolge tutta la materia in genere sia viva che morta; anzi la morte stessa ne è un effetto. L'invec­chiamento è direttamente legato allo scor­rere del tempo per cui potremmo dire che il tempo determina la rapidità con cui aumen­ta l'entropia. Una volta fuori dal flusso temporale, nel quantum, non vi è più nulla che regola l'invecchiamento proprio perché non esiste il tempo, e questo procede senza limitazione fino alla totale disintegrazione con conseguente liberazione di energia in­controllata nel quantum....

Ma questa è solo un ipotesi abbastanza in­verosimile del resto, anche se comincio a cogliere sui vostri volti un po' di preoccu­pazione.

Signori tra circa settanta ore ne avremo la conferma. Supponiamo però per un istante che io abbia modificato in parte il pro­gramma del computer centrale. Suppo­niamo che io abbia invertito il segno di un equazione con il risultato di ottenere un spostamento nel passato anziché nel futu­ro.-

- Mi immagino come sarà contento il vec­chio Tommy.-

- Ipotizziamo che abbia ricalcolato la mas­sima massa inviabile due giorni indietro nel tempo con l'energia disponibile oggi nei condensatori della Downell Incorporated, e che l'abbia sostituita al blocco di iridio.

Il risultato? Semplice noi avremmo una conferma delle nostre ipotesi due giorni prima, e quindi sapremmo oggi stesso ma­gari che tra due giorni un esplosione ci spazzerà via dal creato.

Dottor Morgan vedo che incomincia a capi­re; ebbene signori in questi giorni io ho fatto esattamente questo.

Il computer è stato riprogrammato; tra qua­rantotto ore e dodici minuti un massa di settantacinque grammi di puro iridio verrà inviata nel passato, due giorni nel passato. Anche le coordinate non sono rimaste uguali; il blocco dovrebbe comporsi in un altro luogo, non molto lontano da quello in cui è avvenuta la fissione; le coordinate so­no &123.754-23, H23.654-01: esatta­mente quelle del centro del tavolo su cui siamo raccolti. Tra otto minuti ne avremo la conferma. -

- Sarà vero?-

Scene di isteria e sbigottimento accompa­gnarono i minuti precedenti il fatto.

Allen paonazzo in viso stava cercando di farfugliare qualcosa, senza però riuscirci.

- Mi ero dimenticato che mio fratello mi aveva detto di non parlare. Ma non mi aveva detto che avrei dovuto correre questi rischi.-

Fisher scoppiò in una risata isterica.

- La solita crisi d'astinenza.-

Tre, ... due, ... un minuto.

A quaranta secondi il dott. Fisher svenne; cadde con un tonfo sordo sulla moquette che ricopriva lo studio.

- Però, ha resistito più del solito.-

Il dott. Morgan non osava distogliere lo sguardo dal centro della tavola.

- Anche il vecchio Morgan non regge più la coca come una un tempo. Mi ricordo di quella volta a casa di Benjamin quando se ne era sniffato una scodella piena, e riu­sciva a camminare a testa in giù restando in equilibrio solo sugli indici.-

Feldman li osservava assorto.

Venti secondi.

Allen era l'unico che cercasse di fare qual­cosa, senza sapere esattamente cosa.

Feldman proseguì: - Non è detto che quanto ho ipotizzato debba necessariamen­te accadere, voi tutti eravate così sicuri po­co fa. Del resto tra meno di venti secondi..-

Morgan cominciò a snocciolare una serie di improperi e di minacce, mista con promesse di denunce, ma si azzittì quando la lancetta dell' orologio arrivò a meno cinque.

- Forse sta entrando in circolo adesso.-

Tre

Due

Uno

Non è ben precisato se fu in questo mo­mento che il dott. Morgan uscì completa­mente di senno, prese il tagliacarte e si av­ventò sul dott. Feldman; ma comunque fu esattamente quello che accadde.

- Grande! Adesso si che lo riconosco. Non ha perso la vecchia grinta.-

Zero...

 

 

June,28            Dallas,Texas     2:45 pm

 

Prima una luce azzurrognola, indistinta, di forma quasi circolare, poi la sensazione di calore proveniente dall'alto. Queste furono le prime sensazioni di Allan F. Junior quan­do si svegliò.

Di quello che lo circondava non era in grado di riconoscere nulla, tutto era così strano, cosi luminoso. Quando le pupille cominciarono ad abituarsi alla luce, riuscì a scorgere due sagome umane, una delle quali aveva un aria vagamente familiare.

- Non si muova dott. Allen, cerchi di rilas­sarsi -

- Dove sono, cosa e successo? - incalzò. Adesso riusciva a riconoscere la moglie ac­canto ad un uomo sulla quarantina in cami­ce. Non era a casa, sembrava quasi la ca­mera di un ospedale, sì ne era sicuro, era all'ospedale.

- Cazzo. Vuoi vedere che mi hanno scoper­to e adesso mi stanno torturando creden­domi una spia russa.-

- E' stato ricoverato dopo un leggero col­lasso. Ma non si preoccupi, non è nulla di grave. -

Con la forza di un uragano i ricordi gli ca­rambolarono nella mente; il dott. Feldman, i colleghi, il tavolo, L'iridio...

- Cosa è successo? - Pronunciò quella frase senza esitazione come era sua abitudine fa­re. In quel momento entrò Tommy Downell in persona, il titolare della Downell Incor­pora­ted. Fu lui a rispondere.

- Ahi il capo in persona. Mi sa proprio che hanno scoperto che non sono Benjamin.-

- Lieto che si sia ripreso, dottore, sono due giorni che riposa. Certamente sarà ansioso di sapere cosa è accaduto; sarebbe meglio che glielo dicessi quando si sarà totalmente rimesso, ma dalla sua espressione capisco che non può aspettare. Vede, alla Downell eravamo preoccupati per come stavano an­dando le cose. Non ci preoccupava più di tanto l'Esperimento, era il futuro a spaven­tarci, il viaggio nel tempo di esseri umani. Se da una parte, quella fisica, eravamo si­curi di come sarebbero andate le cose; dal punto di vista psicologico non eravamo preparati: quali meccanismi avrebbe mosso, quali ripercussioni avrebbe avuto sulla psi­che un tale stress ?

Nessuno poteva dirlo, nessuno avrebbe potuto saperlo. Fu allora che ci venne l'idea di rivolgersi alle persone che meglio cono­scevano il modulo, perché come lei sa quello che si conosce non si teme. Voi tre, lei dott. Allen, il dott. Fisher e il dott. Mor­gan, eravate i più quotati, se mi scusa il termine, per svolgere una simile impresa. Naturalmente non potevamo mandarvi a spasso per il tempo, e neppure chiedervi che impressioni avreste provato se lo aveste fatto; così dovevamo trovare un modo per riunirvi e farvi "vivere" quella esperienza a vostra insaputa. Qui ci è venuto incontro il dott. Feldman; assieme abbiamo stabilito la riunione e ab­biamo redatto un copione di come si sareb­be svolta la discussione.

Nel frattempo, nella sala dell'incontro sa­rebbe stato immesso in minima quantità un gas stupefacente, che vi avrebbe reso meno sospettosi e più ricettivi al discorso di Feldman.-

- Il quantum, lo sapevo.-

- Purtroppo qualcosa non ha funzionato: per un errore la concentrazione di gas ha raggiunto livelli proibitivi, e la discussione ha preso una piega diversa.-

- Si vede che non siete abituati a dormire con mio fratello dopo una cena a base di fagioli ed erbe bianche, con castagne come dessert.-

In poche parole Feldman ci è scappato di mano e vi ha trascinato tutti nella sua para­noica dissertazione col risultato di sottoporvi ad un elevato stress mentale -.

-Allora non è vero niente, i dati nel compu­ter non sono stati modificati, non è avvenu­to nessun viaggio nel passato. -

- Esattamente, tutto è rimasto come era prima, è avvenuto solo nella sua mente.

- E i sig. Morgan e Fisher? -

- Come le stavo dicendo, siete stati sotto­posti ad un elevato stress mentale.

Il dott. Fisher era l'elemento meno stabile emotivamente e non ha retto: è svenuto ed ora è in cura presso il reparto di neurologia di questa clinica; dubito che ne potremo mai più sentir parlare.-

- Un altra volta. Ma se era appena uscito dalla neuro una settimana fa.-

Si è chiuso in un silenzio impenetrabile, re­puta che se parlasse noi lo prenderemmo per pazzo e quindi non risponde a nessuna domanda. Attualmente è internato assieme al suo collega il dott. Morgan. Lei ha idea di come in determinate circostanze una per­sona essenzialmente mite possa diventare estremamente violenta?-

- Si vede che non ha mai visto Morgan ipersniffato. Come quella volta al festino messicano dove ha preso tre viados e.... ma lasciamo perdere.-

- Morgan ha reagito a quella situazione sfoderando tutta l'aggressività repressa che nella normalità riesce a controllare e ha ac­coltellato il dott. Feldman col tagliacarte.

E' in cura intensiva con Fisher; mentre lo portavano via continuava a ripetere "il centro del tavolo", "il centro del tavolo", quando è tornato lo stava ancora facen­do.-

- Però il quantum.-

- E Feldman? -.

- Be', lui se l'è cavata con poco: quattro punti sotto il costato e prognosi di una set­timana, ma si è già ripreso ed è stato di­messo, o meglio se ne è andato, voleva as­sistere all'Esperimento. Ora la devo salutare dottore, tra meno di due ore l'Esperimento avrà luogo, e io devo presiedere la cerimo­nia. Arrivederci. -

- A ridagli. -

A quelle parole, la moglie del dott. Allen, rimasta finora in disparte, racchiusa in un pensieroso silenzio, strinse le delicate dita da casalinga in un piccolo ma "sodo" pugno e colpì in faccia il sig Downell; perché in determinate circostanze una persona es­senzialmente mite può diventare violenta.

- Mica male il destro della cognata. Non vorrei essere nei panni di mio fratello quanto è incazzata.-

Il risultato: Rottura del setto nasale e prognosi riservata.

 

 

June,28            Dallas,Texas     4:45 pm

 

Circa un migliaio di persone erano raccolte attorno al palco, mancavano pochi minuti e l'esperimento sarebbe iniziato.

Sul palco un uomo solo; per qualche strana ragione i maggiori scienziati che avevano sviluppato il progetto erano assenti. Man­cava anche il sig. Downell.

L'uomo iniziò:

- Signori, tra pochi minuti scriveremo un nuovo capitolo nella storia dell'umanità.

Permettetemi di ricordarvi, sebbene non sia necessario che tra poco per la prima volta nella storia una massa verrà trasportata nel tempo, subirà una proiezione di temporale di due giorni nel futuro.

Abbiamo affrontato e superato difficoltà di ogni genere, siamo partiti da semplici equazioni ...

 

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aggiornato il 23/01/2010

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